Un Natale di “classe”
E’ un Lunedì mattina come tanti altri, con la sveglia, la colazione, la vestizione, un pò di cartoni animati, l’uscita di casa e le varie soste ogni mezzo centimetro perché AGATA deve fare o dire qualcosa.
Questa mattina ALL’ASILO viene anche la mamma.
Per festeggiare l’evento il nostro Presidente della Repubblica ha mandato la banda e nel cielo sfrecciano le frecce tricolore.
All’ingresso dell’asilo ci viene incontro il sindaco di Milano, Pisapia, e ci abbraccia commossi.
Finalmente entriamo.
Nella prima stanza sulla destra c’è il mercatino di Natale, quello organizzato dalle mamme, le stesse che ogni anno si lamentano prima di farlo e che poi, se qualcuno, soprattutto un papà, si propone di aiutarle, sono pronte a difendere il loro dominio a colpi di tacco e di unghie.
Io lo conosco quel Mercatino. Ci passo davanti ogni mattina e ogni mattina saluto chi c’è dentro, ovvero delle mamme che non mi rispondono mai.
Tranne oggi.
Oggi che c’è la mia compagna sorridono, anche più del dovuto, e soprattutto mi salutano come se lo facessero tutti i giorni.
E IO vorrei tanto dirglielo che in quanto a falsità battono persino i nostri politici, che sono lo stesso che le saluta tutti i i giorni e al quale non rispondono mai e che i blocchetti dei biglietti della lotteria che loro non riescono a vendere, perché simpatiche come l’odore del cane in ascensore dopo che è stato fuori sotto la pioggia, io l’ho già finito . Venduto in un attimo.
Ma poi desisto e lascio le mamme e la mia compagna alle chiacchiere e al finto buonismo natalizio.
Vado negli spogliatoi con mia figlia AGATA che, con la delicatezza che la contraddistingue, apre tutti gli armadietti, tocca tutto e dice a tutti: ” Io sono bella!”
Piccola, invadente, rumorosa e modesta direi.
Ma IO la adoro.
Le tolgo il giubbotto e il maglione, le cambio le scarpe e prendo il grembiule.
Qui viene il difficile.
Sono 5 bottoni da allacciare.
Cosa ci vuole?
Niente, se non fosse che AGATA si è autoeletta madrina del Festival della Taranta di Melpignano. Non sta ferma, sembra posseduta e IO sudo e impreco, in playback.
Ne allaccio due e gli altri li strappo con la forza.
Poi in braccio e via.
In classe.
Bacio al papà!
Abbraccio al papà!
“Buona giornata Amore Mio!”
Scendo, ripasso dall’ingresso e, arrivato alla stanza del Mercatino, entro e, mentre le mamme e la mia compagna continuano a scambiarsi sorrisi che cariano i denti avvolte nel rumore del loro chiacchiericcio, sussurro un :
“Vado, vi ringrazio per la splendida accoglienza che mi riservate ogni giorno e soprattutto spero che crollino gli scaffali che avete faticosamente addobbato con gli oggetti del mercatino. Buona giornata!”. Come prevedevo non mi sentono!
Che bello il Natale!
Papà Angelo
« UDITE, OTITE! La befana vien di notte,con le scarpe tutte rotte! »