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Gita al Castello

28 ottobre 2013 • Agata la tempesta

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E’ una tipica domenica autunnale milanese.
L’umidità ti si attacca ai vestiti, il cielo colora di non colore e la malinconia ti si fa cappotto anche se non glielo chiedi.
Ci sono tutti i presupposti per restare in casa, sul divano, con la coperta, a guardare un film, a leggere un libro o, ancora meglio, a dormire.
Noi invece, andiamo alla merenda al castello Sforzesco di Milano.
Quando Katia me lo propone sento la morte avvicinarsi veloce e, per non caderne vittima, infilo le dita in una presa della corrente e mi auto induco entusiasmo.
Eccoci quindi davanti al castello.
Noi e una ventina di famiglie, tutte con la voglia di non esserci tatuata in faccia.
Le mamme sorridono.
I bambini saltano felici e eccitati.
I papà tacciono e non nascondono il rumore dello sgretolamento testicolare da non parcheggio che solo le grandi città, nel centro, di domenica, ti possono provocare.
Lascio AGATA e KATIA davanti al luogo dell’appuntamento e vado a parcheggiare. Trovo posto subito dopo il traforo del Monte Bianco e torno in autostop giusto in tempo.
Tutto è pronto.
Una guida con un sorriso a dodicimila denti stampato sulla faccia ci racconta cosa accadrà quel pomeriggio.
Si farà una visita guidata del castello, genitori e bambini insieme e, a tappe, si incontreranno dei fantasmi che distribuiranno caramelle ai più piccoli.
Il tutto si svolgerà nel giro di un’oretta.
Delle sacche di sconforto si rovesciano su tutto il gruppo.
Alla notizia le mamme nascondono il disappunto sotto risatine isteriche mentre i papà trasportano dalla bocca alle mani i vari insulti, pronti poi a buttarli nei cestini della spazzatura che incontreranno durante tutto il tragitto.
Si parte.
Ogni fermata viene fatta nei luoghi più affollati, dove oltre al nostro gruppo ci sono migliaia di turisti che si fermano a osservare le meraviglie del posto.
Ci sono i giapponesi che fotografano anche l’aria, i sud americani che si fermano ogni tre minuti a preparare una grigliata, la gente dell’est che chiacchiera urlando, gli extracomunitari che tentano di venderti  tutto,comprese le aiuole e i sassi del cortile, e gruppi numerosissimi di ragazzi che tagliano dal castello per raggiungere il parco Sempione dove consulteranno cartine, ma di ben altro tipo,  comodamente spiaccicati sul prato, mentre i tamburi / bonghi  risuoneranno per ore infastidendo anche le nuvole e il sole.
La guida procede imperterrita nella sua spiegazione e sembra non accorgersi di nulla, neanche del fatto che nessuno la stia ascoltando.
I bambini infatti iniziano subito a toccare tutto ciò che è vietato toccare e i genitori li inseguono per evitare di dover fare un mutuo a vita nel caso il loro bambino dovesse distruggere un arazzo, una statua o un gioiello dal valore inestimabile.
Ogni tanto poi il caos diventa ingestibile, soprattutto quando appaiono i fantasmi, ovvero genitori assoldati dalla guida con il sorriso a tredicimila denti (a ogni fermata le aumentano) per farsi trovare pronti nei vari luoghi descritti a distribuire caramelle.
I bambini davanti alle caramelle sono come i cani davanti davanti alle crocchette. Incontrollabili.
Partono, travolgono tutto e abbattono qualunque cosa osi frapporsi tra loro e i dolci e cioè bare, statue, vasi preziosi, busti, guide… Tutto!
E dietro sempre i genitori che, non potendo imprecare ad alta voce, cercano un modo per farsi passare “la rabbia” che li ha assaliti .
Le mamme iniziano a parlare di shopping e tutto passa, mentre i papà si appartano, registrano con la funzione audio dei cellulari i loro insulti e poi se li riascoltano con le cuffie.
La guida intanto procede imperterrita.
Ma la situazione degenera definitivamente alla fine del giro.
Il gruppo arriva in un cortile circondato da un enorme porticato, sotto il quale si aggira un fantasma che sventola dolci enormi.
I bambini perdono il controllo.
Partono all’inseguimento.
Sembra una gara di moto GP.
Tutti dietro al primo.
E i genitori?
Le mamme tentano di correre ma, con i tacchi sul ciottolato, l’impresa si rivela impossibile.
E i papà?
Vorrebbero rubare i tacchi alle mamme per avere una scusa per non muoversi, ma non possono.
Si lanciano all’inseguimento dei loro figli e li raggiungono quando ormai è troppo tardi.
Stanno divorando crostate al cioccolato in preda al totale delirio.
La scena finale è la seguente: i genitori giacciono stremati per terra, appoggiati alle colonne del porticato, la guida sadica distribuisce ai passanti i denti che le avanzano e i bambini corrono impazziti.
E continueranno a farlo fino a che il livello dello zucchero non si abbasserà.
Quando questo accadrà sverranno sul posto e uno dei due genitori (QUELLO SENZA TACCHI) dovrà portarsi il proprio figlio in braccio fino alla macchina.
E ricordiamoci che io l’ho parcheggiata in Francia.
Mi aspetta una passeggiata non indifferente.
Complimenti alla mamma per la bella idea della merenda al castello.

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