Teddy bear as a doctor

Dal pediatra

30 settembre 2013 • Agata la tempesta

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IO e AGATA andiamo dal pediatra.

In sala d’aspetto colora, sfoglia un libro, lancia il lego, spinge un bimbo e picchia una bambola.

Finalmente tocca a noi.

Entriamo nello studio.

La spoglio e il pediatra inizia la visita.

Prenderle il peso e l’altezza si rivela più facile del previsto, grazie ad un Barbapapà di stoffa che la tiene occupata e la distrae.

Poi si passa alle tonsille.

AGATA non vuole e piange.

Tento di calmarla offrendole giochi, oggetti, colori, soldi, cambiali, ma niente.

Le do il mio I phone. Lo prende, sorride, si calma e il pediatra la visita.

La gola è a posto.

Il mio I phone un po’ meno.

Mi ha scaricato ogni tipo di applicazione e nelle telefonate effettuate trovo numeri con il prefisso di Marte.

Ma non importa.

Rimetto l’I phone nella tasca della mia giacca e mi appresto al secondo round.

Prima però faccio un bel respiro.

Ora è la volta dei bronchi.

Stetoscopio sulla schiena.

E’ freddo.

Si agita.

Fingo di riscaldarglielo con il fiato e riproviamo.

“Fai la tosse” dice il pediatra.

Ubbidisce e tossisce, direttamente sulla mia faccia.

Prendo il fazzoletto per pulirmi e AGATA ne approfitta per rubarmi l’I phone dalla tasca della giacca.

Non mi accorgo di niente.

Credo prenda lezioni private da un borseggiatore professionista.

Una volta preso le scivola dalle mani e si sfracella al suolo.

Faccio due bei respiri..

Il pediatra intanto prosegue la visita e passa alle orecchie.

AGATA non vuole.

Muove la testa furiosamente.

Tento di fermargliela.

Nella concitazione si gira di colpo e mi da una testata sul labbro.

Perdo l’equilibrio, barcollo e arretro per il dolore.

Finisco con i piedi proprio sul mio I phone, rimasto a terra da prima, e lo disintegro.

Faccio tre bei respiri, ma non serve a non farmi girare i coglioni e sento la vena in mezzo alla fronte che sta per esplodermi.

Visita finita.

Mentre la rivesto il pediatra, per la prima volta durante la visita, parla e mi dice: “ sono 120 euro”.

Che, aggiunti ai 700 di telefonino e ai 10 di disinfettante e cotone per il labbro rotto, fanno 830 euro.

E non sono ancora passato dalla farmacia per prendere le medicine che il pediatra mi ha prescritto.

Torniamo alla macchina.

Giro la chiave.

Non parte.

Nel frattempo si è messo a piovere e AGATA mi dice che si è fatta la cacca addosso.

Saliamo dietro e la cambio.

“Amore adesso telefoniamo alla mamma che..”

“Cosa telefoniamo cosa che, per colpa tua, non ho più un telefono!”

Di fare quattro respiri non se ne parla.

La vena ormai pulsa e i coglioni ormai hanno la forma di un’elica.

Scendo dalla macchina e, sotto la pioggia, senza che AGATA possa sentirmi, mi sfogo.

Urlo, urlo e poi urlo, tutte le parolacce possibili e immaginarie.

Alla fine, fradicio ma più leggero, trovo la soluzione.

Mi butto in mezzo alla circonvallazione, blocco una macchina, mi avvicino al conducente e, sventolandogli sotto il naso il pannolino pieno di cacca, gli dico: “ se vuoi tornare sano e salvo dalla tua famiglia, portaci immediatamente a casa!”

…E vissero tutti felici e contenti.

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