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LA CERIMONIA DELLE OLIMPIADI SCOLASTICHE

23 marzo 2015 • Agata la tempesta

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Sta per arrivare la primavera, anche se l’inverno non vuole andarsene.
E’come quell’ospite che rimane sul tuo divano fino a notte fonda nonostante tu gli abbia detto più  volte che l’indomani dovrai alzarti presto.
E in questo periodo c’è la cerimonia di presentazione delle Olimpiadi Scolastiche, un evento che si ripete nella scuola di mia figlia da più di quaranta anni e al quale non si può mancare.
Anche a volertelo dimenticare non puoi.
Nei giorni precedenti l’asilo e i dintorni sono tappezzati di locandine e le maestre , ogni volta che accompagni tua figlia, ti ripetono come un mantra la domanda: ” Ci sarete alla presentazione alla cerimonia di presentazione delle Olimpiadi Scolastiche? ”
Tu padre le tenti tutte per non rispondere.
Abbassi lo sguardo, fingi di non sentire, inventi risposte  a domande che tua figlia non ti ha posto o mimi di aver perso qualcosa.
Ma non serve.
Anche se non rispondi alle maestre, in prossimità dell’uscita trovi la suora che bypassa la domanda e ti ricorda con una minaccia velata da esortazione che ci sarà ‘ la cerimonia e che “sarebbe bello” se tu ci fossi.
Caso lampante di un imperativo mascherato da condizionale.
Esci dall’asilo con quel velo di preoccupazione e disagio inopportuni come il maglione nelle giornate di afa.
Nei giorni precedenti all’evento elabori un piano per provare a saltare la cerimonia  che prevede il tentativo di instillare  prematuramente un senso di responsabilità in tua figlia dicendole:” Io ti accompagno davanti ALL’ASILO, ma poi entri da sola, tanto sei grande!”
Chiaramente questo glielo dici solo in assenza della madre per evitare che quest’ultima , udendo le tue parole, possa montare le unghie da combattimento, portarti in bagno e poi ridurti a  a brandelli vicino alla doccia, in modo che le macchie di sangue non sporchino troppo il pavimento del bagno lavato di tutto punto.
In ogni caso non serve.
Non puoi salvarti.
Alla cerimonia di presentazione delle Olimpiadi Scolastiche  ci andrai.
Lo ha già deciso tua moglie.
Questo e’il terzo anno che assisti alla cerimonia e il copione e’sempre lo stesso.
I genitori si radunano davanti all’ingresso.
I papà arrivano a piedi, le mamme con l’auto, che puntualmente cercano di parcheggiare non in prossimità dell’asilo, ma
bensì  nell’asilo.
E se davanti all’ingresso dovesse esserci qualcuno?
Si sposta, altrimenti muore.
Se proprio non dovesse esserci posto la mamma opta subito , senza neanche abbozzare un tentativo di ricerca, per la doppia, tripla, quadrupla fila.
I papà che assistono alla scena di guardano e tacciono.
Potrebbero far notare la cosa alla mamma in questione ma scelgono il silenzio stampa perché sono in minoranza e in territorio apparentemente amico.
Poi si entra e si va in cortile ad aspettare i bambini che usciranno divisi per classe e si andranno a posizionare lungo tutto il perimetro del campo di basket.
Tutti quel giorno sono obbligati ad indossare la maglietta delle Olimpiadi, che ogni anno paghi in anticipo e che ogni anno ti danno in un lasso di tempo che oscilla tra il quasi ritardo e il ritardo.
Fa freddo.
Le mamme , disposte le une vicino alle altre, fissano la porta da dove usciranno i bambini e dai loro sguardi traspare l’espressione denominata ” tu maestra prova a far uscire mio figlio in cortile senza felpa e io ti ammazzo!”.
Eccoli gli adulti del futuro!
Tutti con la felpa.
Le mamme ripongono il veleno che useranno in altre occasioni.
I papà tirano un respiro di sollievo momentaneo e poi ripiombano nell’apnea da ansia perché sanno che quel veleno inutilizzato e destinato alle maestre ha già trovato altri destinatari a cui indirizzarsi.
E’il momento del discorso.
La maestra di educazione fisica si avvicina al microfono che, come accade ogni anno, non va.
Sarebbe bello sostituirlo.
Sarebbe possibile visto tutte le raccolte fondi che si fanno.
Sarebbe….
Poi l’inno.
Parte la musica ma il lettore cd, come il microfono, EL VA NO!
Sarebbe bello..
Sarebbe possibile..
Sarebbe…
I papà scattano sull’attenti, mano al cuore e ” Fratelli d’Italia l’Italia si e’ desta…/”
Le mamme
- o mano alla borsetta per foto al figlio che finge di cantare l’inno e in realtà muove la bocca a caso e fuori tempo
- o chiacchiericcio ininterrotto ignorando l’inno
- o sguardi minacciosi al figlio schierato che vuole togliersi la
felpa,  a cui segue puntuale la minaccia ” guarda che lo dico a tuo padre e poi vedi!”
Finisce l’inno.
I bambini sono liberi.
Le mamme vengono riavvolte dal mantello della chiacchiera fitta fittissima.
I papà e le tate recuperano i piccoli, che intanto o si rincorrono, o saltano o urlano, o sfasciano qualcosa o fanno tutte le cose citate e tutte insieme.
Attimi di panico.
Paura e delirio ALL’ASILO.
Poi torna la calma.
E’ ora di tornare a casa.
Povero illuso che sei?
Tutti all’aperitivo!
Organizzato dalle mamme.
I papà chiaramente erano all’oscuro di tutto.
… SI E’SPENTO IL SOLE E CHI L’HA SPENTO SEI TU…
To be continued!
Papà Angelo

3 Responses to LA CERIMONIA DELLE OLIMPIADI SCOLASTICHE

  1. giuseppe f scrive:

    Il veleno delle mogli non usato sulle maestre, sarebbe meglio che lo consumassero al trove ….
    Una moglie quando diventa madre, spesso dimentica di essere stata moglie e rende tutto più complicato anzichè complice col marito.

  2. Sandra scrive:

    Troppo troppo bello questo scritto… sembra di essere li ma la descrizione degli stati d’animo è eccezzionale … bello

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