Perchè?

20 ottobre 2014 • Agata la tempesta

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Ho dei “perché” senza risposta che mi ronzano in testa da un po’di giorni, e questa mattina, di ritorno dall’asilo, dopo aver accompagnato mia figlia, sento che il ronzio si fa più forte e difficile da ignorare.
Vorrei sapere.
Vorrei capire.
Perché ALL’ASILO i bambini dai 4 anni in su usano ancora la bavaglia?
La risposta che va per la maggiore e’”altrimenti si sporcano e non si può cambiare un grembiule al giorno”.
Ma fatemi capire! Il problema quindi e’lo sporcarsi?
E le lavatrici a cosa servono?
E poi e’piu importante che mia figlia non si sporchi o che impari, proprio sporcandosi, a non sporcarsi più?
Qualche fanatico di moda potrebbe dirmi che il maculato non va più.
Rispetto, ma non condivido.
Mia figlia dovrebbe usare il tovagliolo ALL’ASILO.
“Ma poi i bambini li appallottolano e se li lanciano.
Ma poi i bambini si sporcano lo stesso.
Ma poi i bambini non li usano.”
Ma considerare l’ipotesi che molti di questi, se non tutti, sanno cosa sia un tovagliolo perché a casa lo usano (bene o male) da tempo?
Va bene che noi genitori spesso sbagliamo con i nostri figli, ma un minimo di competenza e di lungimiranza riconoscetecela.
Ho provato a sollevare la questione tra amici e alcuni di essi mi hanno risposto:” Se tutti ragionassero così, ogni asilo dovrebbe comperare una quantità esagerata di tovaglioli di carta!”
Che risposta e’?
Esistono quelli di stoffa , che verrebbero portati da casa e lavati.
E se non andassero bene questi, ci sarebbero quelli di carta, punto e basta.
“Ma costano troppo?”
“Troppo quanto?” mi verrebbe da dire?”
Al massimo si divide la spesa tra famiglie.
Spendiamo soldi per far fare ai nostri figli corsi di ogni genere ( e spesso contro la loro stessa volontà) e non abbiamo un euro per regalargli un futuro senza bavaglia?
Ma fosse solo la bavaglia.
Perché ALL’ASILO i bambini, dopo pranzo, non lavano i denti?
Ci ho messo un sacco di tempo a farlo diventare un automatismo per mia figlia e poi arriva una regola nuova, e da me non condivisa, che cancella tutti i miei sforzi.
“Cerchi di capire Signor Pisani, i bambini sono tanti, le maestre non possono lavarli a tutti!”
Allora e’un vizio.
Mia figlia, e tanti altri figli di tanti altri genitori, si lava i denti da sola da tempo.
E lo potrebbe benissimo fare ALL’ASILO.
Qual’e il problema?
Troppi spazzolini?
Troppi dentifrici?
Troppe bocche da sciacquare e da asciugare ?
Più che di lavarli a tutti, si tratterebbe di controllarli mentre lo fanno.
Non vedo il problema e, anche se lo vedessi, non potrei accettare una non soluzione.
Si tratta di igiene personale, questione sulla quale non si può e non si deve soprassedere.
Io spiego a mia figlia come ci si lava.
Un domani non vorrà lavarsi?
Sarà un problema suo, dei suoi amici e del suo fidanzato.
Anche nostro quando verrà a trovare me e sua madre, a dire il vero!
E se non sono i denti, sono le scarpe da tennis.
Senza lacci e con lo strappo, perché:
- “Non si possono allacciare le scarpe a tutti quelli a cui si slacciano.”
- “E se poi il bambino cade per colpa delle scarpe slacciate? L’asilo non si prende la responsabilità!”
A me, personalmente, l’espressione “e se..” non mi e’ mai piaciuta, ma comprendo le insegnanti, anche perché conosco le mamme arrabbiate quando il loro figlio si fa male.Tyson al confronto era innocuo. E dovreste vedere il set di unghie di scorta che tengono nella borsetta per gli scontri imprevisti!
Io vorrei solo che ci fosse una continuità tra ciò che provo a fare come genitore e ciò che fanno le insegnanti.
Non si tratta di voler fare il mestiere degli altri, ma bensì di collaborare affinché ai nostri figli arrivino messaggi chiari e continuativi.
Lo diceva anche una pubblicità : ” provare per credere”. E il bambino se non prova non crede e se non crede, di conseguenza , non impara.
Faccio un appello a tutti i genitori e a
tutti gli asili ( non dimentichiamoci che spesso le maestre eseguono ordini impartiti dalla struttura): collaboriamo insieme, senza aver fretta di catalogare le diversità come un problema da risolvere.
Ogni diversità e’un carattere che si sta formando con il proprio tempo. Proviamo a diventare degli abili “direttori d’orchestra” che fanno suonare una musica per tutti, ma suonata da tutti e ognuno con il proprio strumento!
Difficile.
Lungo.
Ma possibile.
Buon appetito, senza bavaglia, a tutti.
Papà Angelo

2 Responses to Perchè?

  1. Marina scrive:

    Ciao Angelo,

    Oggi il mio piccolo indiano Nicolò si è fatto male giocando all’asilo, mi hanno chiamato dicendomi che aveva sbattuto giocando con gli altri bimbi,capita! vorrei tenere un filo continuo io e l’insegnante del piccolo, ma è difficile.. A casa cerchi di fare il meglio… All’asilo lo distruggono…. Cosa fare non so…. I ruoli sono ruoli ….. Buona notte!!! Augh!!!!

    • ciao Marina, scusa il ritardo nella risposta. Vedere Agata muoversi per me è gioia per la naturalezza e la bellezza dei suoi movimenti, ma anche dolori per la sua totale incapacità di prevedere il pericolo. questo sia a casa che all’asilo e , più che mostrargli il pericolo con attenzione, pazienza e amore non posso fare, anche perché all’asilo e in altre occasioni io non ci sono. Ma la mia ansia è sempre a livelli alti.
      non molliamo.
      continua a seguirmi e prometto di essere più celere nelle risposte.

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