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FRETTA MIA, VITA SUA!

23 giugno 2014 • Agata la tempesta

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Il ritardo non l’ho mai sopportato.
Adoro la puntualità, come concetto e come parola.
Nel primo caso indica rispetto per chi attende e per il proprio tempo e quello altrui.
Nel secondo, concentrandosi sul suono della parola, mentre la pronuncio, mi sembra di ascoltare una piccola marcia che detta il tempo della camminata e porta colui che cammina al suo appuntamento, puntuale.
Con un figlio l’idea di puntualità sembra in automatico venir meno!
Come studente universitario ci ho rinunciato, seppur controvoglia,in nome del quarto d’ora accademico del professore causato da imprevisti al gusto di ” ennesima pausa caffè”.
Come uomo avevo accettato il suo di lei ritardo ad ogni nostro appuntamento perché ” la donna si fa attendere!”.
E adesso, come uomo, mi tocca subire l’amico che si presenta in ritardo e che, per prima cosa dice: “Scusa, ma con il bambino piccolo! Anche tu sei papà, so che mi capisci!”
No, non solo non ti capisco, ma in più mi irrita il tuo attribuire la colpa a tuo figlio che ancora non sa argomentare, altrimenti sarebbe una gioia sentirlo che ti sbugiarda davanti a tutti dicendo:”io ero pronto, ma la mamma e i suoi trucchi” , oppure ” io ero pronto ma il papà e le sue mail!”
Il bambino, secondo me, non è un ostacolo alla puntualità.
A dire il vero non Saa neanche cosa voglia dire “puntualità!”
Prova a dirlo, ma non ci riesce .
Però gli piace dirlo perché ha un bel suono, anche se diverso dall’originale.
Dice ” puaiaiaaa’, putulillla’, uauaualala’”.
Lui non Saa cosa dice.
Ma noi si che lo sappiamo.
E possiamo insegnarlo ai nostri figli.
Come?
Iniziando a aver voglia di conoscere i loro tempi, per farli combaciare poi con i nostri e arrivare tutti insieme , e puntuali, agli appuntamenti.
Il tutto anche con la fretta, che se studiata e prevenuta, si trasforma in velocità e non ostacola la puntualità.
E invece no!
Questa mattina , mentre portavo mia figlia Agata ALL’ASILO, avevo davanti a me una mamma che diceva al figlio: ” Ma non capisci che ho fretta! Siamo un ritardo!”
Siamo?
Sei in ritardo.
Per l’asilo sei in orarissimo!
“Certo, fai presto tu a parlare. Mica devi arrivare in orario in ufficio. Tu fai ridere la gente!”
Comprendo che davanti al lavoro, come diceva il mio allenatore :”palla lunga e pedalare!”
E rispetto tutti quelli che si fanno in quattro ogni giorno per fare i genitori e i lavoratori.
La mia infatti non vuole essere un’osservazione e neanche una verità.
È solo una riflessione ironica ad alta voce da condividere con tutti gli altri genitori, fatta da uno che si’ fa ridere la gente, ma che è anche in papà.
Mia figlia la mattina, per esempio, ora vuole ( e deve) lavarsi i denti da sola e questo significa il SUO tempo per aprire il tubetto di dentifricio, il SUO tempo per metterlo sullo spazzolino, il SUO tempo per lavarsi i denti e così via per richiudere il tubetto, sciacquarsi la bocca, asciugarsi e rimettere l’asciugamano al suo posto.
Mia figlia la mattina vuole ( e deve) vestirsi da sola e quindi il SUO tempo per togliersi il pigiama e il SUO tempo per vestirsi ( in questo caso trovare il lato giusto delle calze è un ostacolo che ancora oggi molti adulti non aggirano agilmente!).
Sempre mia figlia la mattina vuole ( e deve) aiutarci a apparecchiare: un piatto alla volta, un bicchiere alla volta, un tovagliolo alla volta… il SUO tempo.
Per non parlare della colazione:
Le fette biscottate? La marmellata se la spalma da sola.
I cereali con il latte? Lei li versa, lei li mangia, lei porta la tazza nel lavandino.
Il prosciutto cotto o il frutto? Lo taglia e se lo mangia da sola. E il piatto? Dove va la tazza dei cereali o il coltello con cui ha spalmato la marmellata.
In sintesi sempre e comunque il SUO tempo.
Una costante che si ripete più volte durante l’arco della giornata.
Quando vai all’asilo e lei porta da sola la sua bici in cortile e si cambia da sola le scarpe.
Quando la vai a prendere e lei apre da sola il suo succo di frutta.
Al parco , dove vuole salire sugli anelli senza il tuo aiuto.
A casa, dove vuole lavarsi i capelli da sola.
A cena, con l’iter apparecchiare, sparecchiare che si ripete come durante la colazione, così come si ripete e si ri – manifesta la sua volontà di partecipare al tutto.
E poi metti il pigiama, lavati i denti, vai a letto, spegni la luce, accendi l’abat jour… il SUO tempo.
“Non posso mica aspettare il SUO tempo! Ho fretta! Vaglielo a dire tu al mio capo che sono arrivato/a tardi al lavoro perché mio figlio/a ha il SUO tempo!”Direte voi.
“È vero, avete ragione!” Dirò io.
” E allora poche parole , palla lunga e pedalare!” ri – direte voi.
” Ho capito una cosa!” ri – dirò io,
” Il MIO di me papà tempo non va alla stessa velocità del SUO di lui figlio tempo.”
“Hai scoperto l’acqua calda!” ri – ri direte voi!”
” È chiaro che per lui c’è solo il SUO tempo perché è l’unico che conosce, mentre io ho il MIO tempo che però è tanti tempi messi insieme, ognuno con la sua velocità.” ri ri dirò’ io.
” Sei bello contorto tu!” ri -
ri – ri direte voi.
“E il MIO tempo so anche gestirlo, cosa che mia figlia non sa ( e non deve) fare perché è troppo piccola. È come dire che lei va in moto e riesce a mettere solo la prima, mentre io so mettere tutte le marce e SO ANCHE SCALARLE . E questo significa che io posso avvicinarmi al SUO tempo, ma lei al MIO no, almeno per ora.” ri – ri – ri dirò io.
” Non so se ti ho capito bene, però questa cosa della moto mi è piaciuta!” ri – ri – ri- ri direte voi.
Io non ho nessuna risposta, però ho voglia di cercare il tempo di mia figlia senza rinunciare a tutto il mio.
Certo, questo significa alzarsi prima e dormire meno, perché lei ci metterà di più a prepararsi.
E tanti altri “prima – meno”.
Tutti sacrifici in nome del SUO tempo.
Ma quel SUO tempo di adesso, sarà anche il NOSTRO in futuro, quando avremo più tempo da dedicare a noi perché non dovremo occuparci in toto di nostro figlio/a.
Come perché?
Perché saremo stati bravi a rispettare da subito il SUO tempo allineandolo nel lungo periodo al NOSTRO.
Ora , tra tutti questi SUO e NOSTRO non ci capisco più nulla e quindi “palla lunga e pedalare” lui al SUO tempo e noi al NOSTRO. Ma tutti puntuali.
Papà Angelo

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