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Coriandoli again

3 marzo 2014 • Agata la tempesta

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Coriandoli AGAIN!
Coriandoli ancora.
Coriandoli ancora e ancora poiché il Carnevale Ambrosiano dura una settimana in più.
Perché
Chi lo ha deciso?
Adesso che sono diventato papà vorrei proprio chiederlo a chi ha stabilito questa cosa.
Forse non aveva figli.
Ma fermiamoci al “coriandoli ancora” che ieri ci ha visto presenti, squadra al completo, alla festa di Carnevale di Zelo Buon Persico, cittadina vicino a Paullo.
L’iter prevedeva il ritrovo in piazza alle 14, poi il giro in maschera per il paese e infine la festa in oratorio con sfilata finale.
AGATA voleva vestirsi da principessa e ci è riuscita.
Forse perché ha iniziato a chiedertelo  a gennaio!
Mamma Katia si occupa con classe, gusto e precisione, della fase vestizione, trucco e parrucco.
Papà Angelo prepara la busta con gli “attrezzi del mestiere” ovvero trombette, coriandoli e stelle filanti.
Nonno Michele si veste e ci segue con sciarpa e cappello della piccola, nel caso faccia freddo.
E Nonna Antonia?
Con la scusa di sistemare casa non ci segue e rimane al caldo e nel silenzio più beato.
Eccoci in viaggio verso la piazza.
Le urla si sentono già prima di arrivarci e la piccola AGATA, molto vivace di suo, inizia a avere gli occhi a forma di adrenalina pura non appena esce di casa.
La piazza è gremita di colori.
La piazza è gremita di vestiti e maschere.
La piazza è gremita di bambini che lanciano coriandoli, stelle filanti e che suonano trombette.
La piazza è gremita di mamme e papà che a turno dicono qualcosa: parla chi non ha la bocca piena di coriandoli e affini, mentre l’altro cerca di non soffocare.
Il primo round termina con la vittoria schiacciante dei bambini sui genitori.
Il secondo , ovvero la sfilata per il paese, vede il predominio assoluto ancora dei piccoli che, oltre a seminare colore per le strade ( per la gioia degli operatori ecologici l’indomani), corrono, si inseguono e strillano, mentre le mamme e i papà. Sempre a turno, li rincorrono per evitare frontali, tamponamenti o altro.
E finalmente si arriva all’oratorio.
Mille bambini dentro una stanza enorme,
Con la musica a “ppppalla” e un microclima equiparabile solo a quello delle Maldive.
Mentre i piccoli saltano, giocano e si lanciano ogni cosa, gli adulti sono, o appoggiati alle pareti, intenti a reggere i cappotti di tutti ( compito di solito che spetta ai nonni), o seduti a chiacchierare  ( ruolo delle nonne e delle mamme) oppure ancora in mezzo alla sala a ballare e a farsi ricoprire di coriandoli.
Di solito le mamme ballano e i papà prendono i coriandoli.
E quanti ne prendono?
Inutile cercare di contarli, ma soprattutto inutile tentare di scrollarseli di dosso.
Rimarranno incollati al corpo, come gli scalatori aggrappati sulle pareti delle montagne.
La festa finisce e si ritorna a casa.
Ma prima manca la merenda: della frutta o qualcosa di sano?
No. O frittelle o zucchero filato, che insieme ai coriandoli e tutto il resto, creano l’effetto “fanghiglia” degno della migliore Peppa Pig.
Finalmente la fine della giornata.
Salutiamo i nonni.
Il nonno nell’abbracciarmi mi “ringrazia” per la giornata all’insegna del caos e dei rumori più assordanti.
La nonna sorride riposata per il pomeriggio da sola in casa a pensare alle sue cose.
Mamma Katia si appisola sul sedile davanti.
La piccola AGATA crolla esausta dietro.
E io?
Guido fino a casa.
Una volta arrivati, mamma e figlia salgono  e vanno a letto.
Io, nel mentre, metto l’auto nel box, constato che i sedili dietro, zeppi di coriandoli, stelle e zucchero, sono ormai da rinfoderare e salgo in casa.
Mi dirigo  subito in bagno
E solo in quel momento, quando sono nudo e pronto per la doccia, i coriandoli rispondono tutti all’appello e cadono sfiniti sul tappeto.
Un espressione per descrivere il carnevale?
Ce l’ho: ” una gran festa del …….”
Papà Angelo

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